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BLONDE/AQUA SWEATER/DOG | LAURIE SIMMONS

Qual è il limite tra la rappresentazione di noi stessi e la costruzione della nostra immagine? Blonde/aqua sweater/dog di Laurie Simmons è un’immagine che indaga esattamente questo spazio sfuocato in cui l’identità personale cerca una sua espressione. L’artista, fotografa e regista, realizza spesso delle bambole o dei pupazzi che attraverso la sua ricerca cerca di rendere più umani, donando loro una nuova emotività, con una costante velatura nostalgica e malinconica. In quest’opera fotografica, che fa parte della serie Kigurami Dollers (2014)  Simmons ritrae una ragazza con una maschera da bambola perfetta, quasi una principessa degli ultimi film Disney, con uno sguardo perso verso una direzione ignota all’osservatore. In braccio tiene un cagnolino, che spaventato guarda verso l’osservatore come se riuscisse ad annusare l’inganno che soggiace a questa fotografia perfetta.

Le Dollers sono quelle persone, sia ragazze che ragazzi, che si travestono indossando una maschera che ha le sembianze di una bambola e come dei cosplayers fondono la loro identità con questa nuova versione di sé. L’opera si Simmons in questo senso è contemporanea proprio perché la dimensione delle dollers viene riportata nella quotidianità dei social media. I suoi soggetti, in posa, pronti a scattare un selfie, mostrano il loro aspetto migliore, forse anche l’angolazione del viso che più risalta le loro caratteristiche fisiche. Le immagini di Kigurami Dollers potrebbero benissimo essere postate da un profilo instagram che ottiene molti like: Blonde/aqua sweater/dog ci mostra una ragazza con una bella casa, amorevole con il suo animale domestico e sorridente. Ma proprio la perfezione del suo viso di cartapesta (l’artista stessa realizza queste maschere, seguendo quella che è una caratteristica della sua pratica) cela la tensione e il disagio nel doversi sempre rappresentare per come non si è, ma per come si vorrebbe essere o come la società vorrebbe.

Forse allora tutti noi possiamo ritrovarci dietro a quella maschera, un modo per giocare con la nostra immagine ma allo stesso tempo una gabbia che ci costringe all’accettazione di una costante messa in scena, quasi ad un costante tradimento di noi stessi. Frank, omonimo personaggio del film di Lenny Abrahamson, si nasconde per tutta la vita dietro una maschera a forma di bambola, con l’intento di coprire delle questioni irrisolte con sé stesso. Nonostante questo, afferma: “I say ‘tell everyone everything’, why cover things up?”, come se la sua maschera fosse diventata la suo quotidianità, la sua realtà e non una sua finzione. Anche la ragazza bambola di Laurie Simmons, nella sua perfezione glaciale, sembra suggerire una sua tranquillità, quasi abituata a questa sua costante messa in scena. Ma allo stesso tempo, la sfumatura malinconica che la fotografa è in grado di dare a questi soggetti ne sottolinea la fragilità e l’instabilità: specchio conturbante della condizione presente della propria persona e della propria immagine.

Laurie Simmons
Blonde/Aqua Sweater/Dog, 2014
Courtesy the artist and Salon 94, New York © Laurie Simmons 

20/04/2022