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FAT TO ASHES | PAULINE CURNIER JARDIN

Coriandoli, cere e pizzi, sangue, maschere, processioni: Fat to Ashes diventa il contenitore di una serie di espressioni culturali che si muovono al confine tra credenza e trasgressione. L’artista francesce Pauline Curnier Jardin monta insieme e contemporaneamente tre avvenimenti che non sembrano avere niente in comune tra loro: la processione per Sant’Agata a Catania, il carnevale a Colonia e la macellazione di un suino.

Le immagini, registrate in super 8, si susseguono come in una danza: si passa con evidenti salti concettuali e visivi da una cultura all’altra, da un momento di gioia ad un’azione cruenta. La narrazione creata dall’artista, per certi aspetti mitologica, ci trasporta in una dimensione in cui diverse tradizioni vengono ad unirsi creando anche un certo spaesamento nell’osservatore, che vede susseguirsi il viso di una giovane chierichetto in processione, persone vestite da carnevale e un macellaio alle prese con la pulizia del cadavere di un maiale. Il tutto però sembra rientrare in una logica, contenuta nel titolo stesso del lavoro: Fat to Ashes fa infatti riferimento alla consequenzialità sdi due eventi centrali  nella cultura cattolica, il giovedì grasso e il mercoledì delle ceneri.

Giocando con il sacro e il profano le immagini, e la loro schizofrenica successione, creano una rappresentazione molto nostalgica di un eccesso dionisiaco: gli uomini sono mostrati nei loro atteggiamenti più carnali, ma senza alcun disprezzo, anzi, questo sembra essere un modo per potersi ricollegare ad una tradizione, una ritualità e una socialità che l’avanzamento tecnologico e la crisi pandemica sembra portare sempre più verso una rarefazione.

Il grado di libertà percepibile in queste espressioni e movimenti parla di una necessità di ritornare ad una bellezza del vivere il presente che non rifiuta la violenza, insita nel carattere umano, ma la ingloba per costruire una celebrazione della vita stessa. Nelle immagini di Pauline Curnier Jardin si ricerca la rappresentazione di fenomeni di aggregazione che presentano l’esibizione performativa di una cultura e della sua storia. Il mood al limite del nostalgico costruito con l’uso della super 8 aumenta lo spostamento dal piano della realtà a quello di una finzione quasi mitologica di momenti e riti che appartengono al passato: la rappresentazione della ritualità sembra essere, all’interno delle immagini di Fat to ashes, un ricordo lontano che l’artista in qualche modo vorrebbe riportare nel presente. L’eccesso come canto alla vita e alla comunità.

Fat to ashes è stato presentato presso l’Hamburger Banhof nella primavera del 2021 in occasione della premiazione dell’opera di Pauline Curnier Jardin scelta come vincitrice dalla Nationalgalerie. In questa dimensione il video trovava una sua nuova esposizione all’interno di un’installazione: un colosseo di gommapiuma ospitava al suo interno la video proiezione, incorniciata da una serie di drappi e tessuti.

 

 

Pauline Curnier Jardin
Fat to Ashes, 2021
HD video (transferred from 16mm – and super 8-film), colour , 5.1 surround sound, 20:55 min. Film Still. Courtesy of the artist and Ellen de Bruijne projects.

 

09/04/2022