Emma Stern, Fern, 2020, oil on canvas, 152.40 x 187.96, Courtesy the artist

FERN | EMMA STERN

Fern (2020) rappresenta il punto di partenza per successive variazioni digitali che Emma Stern ha eseguito nel 2021. Questa la prassi che caratterizza la sua ricerca: realizzare bozzetti e dipinti su tela – unicamente avatar-like – ispirati da ciò che abita il cyberspazio e trasportarli poi sul web.

L’interesse per la tecnologia e il 3D ha spinto Stern a indagarne le dinamiche e la struttura, soprattutto in riferimento alle rappresentazioni ipersessualizzate collegate all’immaginario femminile della realtà virtuale. È per questo che, nel realizzare i suoi personaggi, l’artista concentra la propria attenzione sull’esaltazione di specifici tratti del corpo: la sua riflessione, oltre a comprendere i rapporti tra reale e virtuale, e tra essere umano e tecnologia, si riferisce, in particolare, alle similitudini che accomunano la dimensione fisica e quella digitale. In un mondo virtuale progettato per lo più da uomini – studi recenti condotti su scala mondiale rivelano che solo l’8% di chi svolge lavori di programmazione sono donne – l’opera dell’artista pone dunque l’attenzione sui motivi che si celano dietro la scelta di promuovere determinate tipologie di avatar, prosperose e seducenti, mettendo inoltre a confronto non solo l’identità fisica con quella virtuale, ma anche certe concezioni del sé rispetto alla vita di tutti giorni e a quella che frequentiamo su Internet, assolutamente sovrapponibili nella logica del pensiero che le regola.

La tipologia del ritratto, prediletto da Emma Stern, risulta quindi funzionale ad approfondire questi aspetti, mantenendo allo stesso tempo ben saldi i legami con la tradizione pittorica: se, da una parte, le fattezze delle sue muse rimandano al luccicante mondo degli avatar – a tratti un po’ fiabesco, come nel caso di Fern – dall’altra, esse conservano non poche suggestioni provenienti dal passato, filtrate, naturalmente, dalla nuova concezione di musa contemporanea prodotta dalla realtà 3D e dalla cultura dei videogiochi. In fin dei conti non c’è poi tanta differenza tra ciò che muove il mondo virtuale e ciò che si cela dietro quello reale.

Cover image: Emma Stern, Fern, 2020
152.40 x 187.96
Oil on canvas
Courtesy l’artista
11/05/2021