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FOCUS BIENNALE: NUCA, B | CHIARA ENZO

La pelle del collo, leggermente arrossata, un taglio molto ravvicinato, quasi claustrofobico, i capelli raccolti e ancora gocciolanti come se la protagonista della tela Nuca, B (2021) di Chiara Enzo fosse appena uscita dalla doccia. Ritratta di spalle viene congelata in un momento di routine quotidiana e grazie alle scelte prospettiche e all’attenzione al dettaglio, la figura si astrae, togliendosi dallo scorrere lineare del tempo. Il quadro di piccole dimensioni (19cm x 19cm), il focus selettivo, lo sfondo verde – forse le pareti umide del bagno di cui si può immaginare lo specchio non troppo lontano e probabilmente appannato, e il punto di vista così rialzato sono gli indizi che fanno vacillare la rappresentazione pittorica tra l’intimità dello sguardo di un amante e l’ossessione di un serial killer. Chiara Enzo spostandosi tra un immaginario vicino alle rappresentazioni di Domenico Gnoli e gli occhi sbarrati di Norman Bates, il protagonista del capolavoro di Hitchcock Pshyco travolge lo spettatore con una visione inaspettata: una finestra su una dimensione così vicina ma che si offre sempre a nuove scoperte.

Ed è proprio l’ambivalenza tra la tenerezza sprigionata dai i toni pallidi e morbidi usati dall’artista italiana e l’estremo taglio ravvicinato, quasi ossessivo, la caratterizzazione che contraddistingue Nuca, B. Chiara Enzo parte da frammenti di corpo, pezzi di pelle appartenenti a soggetti diversi, profili solo accennati – un flashback al puntinismo, per costruire una nuova rappresentazione e percezione del corpo nella dimensione contemporanea in cui il corpo e soprattutto la sua matericità e fisicità tendono a sbiadirsi sempre di più. La pittura diventa lo strumento con cui conoscere questo terreno di incontro dell’io con il mondo: infatti la pelle, l’epidermide e il tatto sono i luoghi in cui ognuno di noi fa esperienza diretta dell’altro, del mondo, dell’estraneo. Lo spazio in cui conoscere il piacere e il dolore. Le pennellate sfumate che delineano i contorni dei corpi di Chiara Enzo ma senza iscriverli in una rappresentazione iperrealista fa si che si adagino in una narrazione vacillante: l’osservatore, godendo di questo sguardo voyeuristico e ambiguo, fa esplodere la propria interiorità e la propria relazione con il corpo.

Intimo e violento, il dipinto di Enzo, con insistenza ossessiva porta l’osservatore dentro, quasi risucchiandolo: spinto ad avvicinarsi all’opera, come ipnotizzato dal canto di una sirena, crea un vero e proprio rapporto attivo della rappresentazione. La pittura ritrova una nuova relazione con l’organismo umano sia attraverso l’immagine che l’atto stesso di guardare come protagonisti.

Chiara Enzo
Nuca, B, 2021
Tempera, pastelli, matite colorate su cartone applicato a compensato in legno, 19 x 19 cm
Collezione Privata. Courtesy l’artista e Zero…, Milano © Chiara Enzo

26/11/2022