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NEPENTHE (SUMMER PALACE RUINS) | LAWRENCE LEK

Nepenthe (Summer Palace Ruins) è l’ultima edizione del gioco open world dell’artista Lawrence Lek Nepenthe (2021–). Sperimentando il medium dei videogiochi e incorniciandolo in termini cinematografici, crea una narrazione all’interno di un’isola magica dove architetture tecnologiche e d’avanguardia convivono con una natura tropicale preistorica. Il gioco continua procedendo in una pratica di “simulazione site-specific” che consiste nella ricreazione parziale di luoghi esistenti attraverso mondi virtuali. In questo caso, il gioco d’avventura contiene le rovine dell’Antico Palazzo d’Estate di Pechino, notoriamente distrutto nel 1860 dalle forze anglo-francesi congiunte durante la seconda guerra dell’oppio. Lek ci introduce direttamente nello sguardo del protagonista nonché del giocatore simulando la visione in prima persona che caratterizza molti giochi di ruolo. Gli occhi del protagonista, e quindi il nostro sguardo, è il metodo con cui scopriamo quest’isola misteriosa, accumulando indizi e dettagli sulla vita del protagonista. Durante questo viaggio, due voci automatizzate, una maschile e una femminile, si rivolgono alternativamente al nostro eroe con domande e osservazioni.

Welcome to Nepenthe
You came here to forget.
Don’t you remember?

Queste frasi misteriose aprono quello che potrebbe essere considerato un Bildungsroman contemporaneo, in cui riferimenti classici si alternano a sperimentazioni digitali: il titolo stesso allude all’eredità mitologica che inscrive il protagonista di Nepenthe come un eroe a tutti gli effetti. Nepenthe è, infatti, l’elisir dell’oblio usato da Elena di Troia per lenire i dolori di Telemaco dopo la partenza di Ulisse. Nepenthe è un antidoto contro i ricordi dolorosi che si vorrebbe dimenticare. Muovendosi in questo spazio digitale dominato dai toni viola e blu, in cui le barre luminose al neon si fondono con il fogliame selvaggio, il movimento e lo sguardo del nostro protagonista diventano un esempio di una nuova concezione del Romanticismo applicato alla cinematografia in-game. Non è difficile immaginare l’eroe di Nepenthe osservare per ore questo paesaggio definito, perfetto e rilassante: la modellazione 3D e l’illuminazione ambientale realizzata da Lek dimostrano l’attenzione alla tradizione della pittura paesaggistica pittoresca e l’aura sublime del romanticismo tedesco.

Tuttavia, in questo paradiso digitale cominciano ad affacciarsi zone oscure e misteriose: le voci iniziano a sottolineare che ci sono state delle sparizioni e che, a ben vedere, non si capisce perché siamo qui. La via del ritorno comincia ad apparire sempre più oscura. La voce annuncia che stiamo affrontando il Doorway Effect, il fenomeno di avere un blocco mentale o una perdita di memoria a breve termine dopo aver varcato una soglia o un passaggio. L’intera isola di Nepenthe si trasforma in un paesaggio che incarna questo effetto, e il giocatore-eroe vi arriva volentieri per dimenticare i propri dispiaceri. In tal modo, Lek offusca la distinzione tra un viaggio fisico e virtuale: ci siamo già già dimenticati perché siamo venuti a Nepenthe; e forse con più timore non possiamo ricordare come tornare a casa. Il Bildungsroman contemporaneo implementato in questa simulazione videoludica si capovolge: il protagonista non raggiunge una crescita o una risoluzione dei misteri, ma la trama si infittisce, i problemi aumentano, e il dialogo con se stessi appare sempre più distorto. Nepenthe è un invito ma anche un monito.

 

Lawrence Lek
Nepenthe (Summer Palace Ruins), 2022, video still
© Lawrence Lek, courtesy Sadie Coles HQ, London.