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Skin of Light | Kate Dunn

Skin of Light (2020) di Kate Dunn è un’installazione immersiva che coinvolge i sensi in un’esperienza travolgente. Una pala in legno dipinta con colori a pigmento UV accoglie lo spettatore in un ambiente chiuso, in silenzio. Ad un tratto le luci si spengono, i pigmenti si attivano e l’atmosfera cambia completamente. Una traccia audio elettronica prodotta da Inigo Blue e Shoobz Darg conduce lo spettatore in uno stato mentale di pace, di distacco dalla realtà, di attivazione sensoriale che rendono Skin of Light una performance audiovisiva unica, quasi liturgica, in cui i pigmenti fluorescenti, tipici della cultura rave, permettono al dipinto di reagire in tre diverse stadi della performance: nella luce, ai raggi UV e nell’oscurità.

La sensazione di essere fuori dal tempo e uno spazio indefinito contribuisce a creare l’idea, realizzata a posteriori, di avere vissuti un’esperienza di trascendenza in cui la mente è concentrata sui colori cangianti di quella che a tutti gli effetti è una pala d’altra di una cappella: Skin of Light parla di transcendenza e di tutti i modi in cui uomini e donne tentano di afferrarla, tramite la preghiera, la droga, la musica, l’arte, la danza, tutte o nessuna.

 

©Kate Dunn, Skin of Light, 2020
Mixed media installation
courtesy of the artist

Il lavoro di Kate Dunn è attualmente visibile nella mostra “Il tabernacolo – Benevenuti a Pharmakon” presso A plus A Gallery, Venezia in collaborazione con TJ Boulting, Londra
2 ottobre – 18 dicembre 2021