SOMEONE | LAUREN LEE MCCARTHY
Nel 2019, la 205 Hudson Gallery di New York ha ospitato il centro di comando di un progetto alquanto peculiare: sopra ad un semplice tavolo rettangolare erano state installate quattro postazioni, ognuna avente rispettivamente un laptop, una lampada, delle cuffie e una sedia.
I visitatori della galleria potevano sedersi a una postazione e interagire con l’interfaccia aperta nel laptop. Dove sta la peculiarità di questa dinamica apparentemente comune? L’interfaccia era direttamente collegata in tempo reale con dei dispositivi smart installati nelle case private di quattro persone diverse.
Questo è il progetto SOMEONE, ideato dall’artista Lauren Lee McCarthy. Un esperimento sociale che esplora il concetto di privacy in relazione alle nuove tecnologie che vengono sviluppate di giorno in giorno. Il progetto consiste in una simulazione durante la quale le persone che visitano il centro di controllo assumono il ruolo di assistente chiamato, appunto, Someone, una sorta di versione umana di Alexa, la celebre intelligenza artificiale. Dopo un primo messaggio iniziale – “Hello Someone. (…) Your assistance is requested.” (Ciao Qualcuno. (…) È richiesta la tua assistenza) – il laptop si collega all’abitazione di una persona dando la possibilità di controllare alcuni aspetti della sua vita. Dal centro di controllo è possibile parlare, mettere una playlist musicale, accendere o spegnere le luci delle varie stanze, così come i fornelli, i ventilatori, persino il forno a microonde. Ogni dispositivo tecnologico collegato tramite domotica diventa quindi controllabile da quello che, di fatto, è un completo estraneo per le quattro persone che fanno da ‘cavia’ al progetto.
Ciò che McCarthy persegue in questo progetto è alimentare un dibattito su quanto sia necessario assumere una piena consapevolezza di ciò che comporta fare uso di un sistema di assistenza IA (come, ad esempio, le famose Alexa e Siri). SOMEONE è un gioco di ruolo che può essere allo stesso tempo inquietante e pericolosamente inebriante.
Se da un lato certe tecnologie possono semplificare la vita e rendere alcune attività decisamente comode, dall’altro diventa ancora più necessario essere consapevoli di quali siano le conseguenze di certe decisioni, anche se non appaiono chiare nell’immediato. In questo, opere come SOMEONE ci possono venire in aiuto, proprio come se fossero assistenti IA.
Lauren Lee McCarthy
SOMEONE, 2019
Installation view, image by Stan Narten ©
Credits:
Software and hardware development by Harvey Moon and Josh Billions. Interface development by Lauren Lee McCarthy. Furniture design in collaboration with and fabrication by Lela Barclay de Tolly. Smart home participant collaborators include Valeria Haedo, Adelle Lin, Amanda McDonald Crowley, and Ksenya Samarskaya. SOMEONE was created with support from a Google Focused Research Award and the Harvestworks New Works Residency. It was first exhibited at 205 Hudson Gallery as part of Refiguring the Future. Screenshots by Lauren Lee McCarthy, installation photos by Stan Narten and Otto Saxinger.
16/03/2024