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THEODORA OR THE PROGRESS | ALPHINA HUUS

Il film Theodora or The Progress (2021), registrato su pellicola analogica, si apre con l’immagine di piccoli cani che zampettano sulle strade di una città segnando il territorio con macchie di pipì sui muri oppure giocando con dei piccoli rami trovati e recuperati.  L’inquadratura diventa nera: un uomo travestito da cane ci guida accompagnandoci dentro ad un teatro, con un effetto mise an abyme ci ritroviamo davanti ad un palcoscenico vuoto. L’opera teatrale che si sviluppa all’interno del video e nei vari luoghi del teatro è divisa per capitolo e ad ogni capitolo veniamo introdotti a nuovi personaggi.  Un ballerino danza ad una musica che non possiamo sentire, una rockstar malinconica suona il basso, una performer che si muove tra sculture di iceberg in gomma. Nell’ombra del teatro riemergono i cani, ma questa volta come uomini travestiti da cani. Il loro intervento sembra quasi profetico: ogni attore entra in dialogo con un cane-uomo differente, il quale sembra da una parte tramortirlo, dall’altra dargli la possibilità di accedere ad un nuovo mondo, a distaccarsi dalla realtà per entrare in una dimensione trascendentale.

 

L’opera messa in scena dal collettivo Alphina Huus in questo teatro senza spettatori è costruita come una riflessione sul teatro stesso: Theodora or The Progresspropone un meta teatro in cui i diversi operatori vengono mostrati anche nei momenti normalmente nascosti al pubblico, mettendone in luce le fragilità e i dubbi, in un dietro le quinte costruito per diventare protagonista. La rockstar si guarda persa nello specchio, due attori parlano tra loro nella platea vuota, una ballerina, quasi annoiata, fa scarabocchi sul suo quaderno. L’essere umano viene mostrato nelle sue fragilità e malinconia e i cani, con il loro intervento, sembrano voler consolare e curare questi uomini, dando luogo ad un ribaltamento di ruoli.

 

Animalism is not a naturalism” pronuncia una voce fuori campo: il teatro si svuota di uomini e si popola di cani che ora sembrano avere il totale controllo del luogo e si muovono in libertà. Il cane incarna la metafora di un nuovo atteggiamento: portando come esempio un’aggregazione comunitaria i cani tolgono ogni gerarchia e discriminazione, favorendo un relazionarsi più libero e comprensivo. Questi animali dirompendo nel mondo degli uomini ne stravolgono le regole, sia mostrando le debolezze della nostra società, sia proponendo un nuovo grado di libertà raggiungibile con il ritorno all’istinto, all’animalismo appunto.

 

Theodora or The Progress, nella sua complessità e stratificazione, propone una riflessione su un ritorno ad una forma originaria dell’uomo, valorizzando la parte animale. La voce conclude il suo monologo dicendoci con fermezza “The time of animalism is the time of the impossible and the unimaginable. This is our time: the only time that is left to us”.  L’uomo adesso è un tutt’uno con l’animale, lascia il teatro e la finzione per entrare in una grotta, quasi a tornare alla sua dimensione primitiva, lasciandosi alle spalle una civiltà in cui non è più possibile riconoscersi.

 

 

Alpina Huus
Theodora or The Progress (2021), film stills. © alpinahuus.ch

 

27/04/2022