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Factitious Imprints | Eva Papamargariti

Factitious Imprints (2016) di Eva Papamargariti è una riflessione su un’idea di natura costruita: a essere artificiale non è solo il paesaggio, che l’essere umano modifica, piega al proprio bisogno e consuma, ma anche l’idea di cosa sia “naturale”, cosa fosse primordiale, cosa esistesse prima è totalmente ricostruito. Le tracce sono talmente profonde che spesso risalire a un tempo prima dell’uomo non è possibile.

Così Papamargariti organizza una perlustrazione in questo territorio e riprende con un drone le impronte lasciate dall’umanità: rifiuti, detriti, scorie e scarti non bio-degradabili. L’ambiente che ci viene mostrato è un sapiente ibrido tra scenari costruiti in digitale e riprese di luoghi reali in cui i tentavi del genere umano di insinuarsi nella loro struttura biologica sono pervasivi: discariche, pale eoliche, sono il tentativo dell’uomo di creare un paesaggio in cui “sintetico” e “biologico” coesistano in maniera indissolubile. Il senso di distorsione che questa indagine del territorio trasmette è visibile anche grazie ai movimenti sincopati delle riprese del drone, in realtà registrazioni video realizzate con telefoni o videocamere.

Cosa succederà al paesaggio, quando smetteremo di osservarlo? Questi residui plastici resteranno a testimoniare il paesaggio della nostra civiltà? Potranno essere usati come reperti di un’archeologia della nostra era? Come verrà analizzata storicamente l’epoca post umana? Ma soprattutto, ci sarà un’era post naturale?

 

©Eva Papamargariti, Factitious Imprints, 2016, detail
HD video, 1080 x 1920, color, 9:18”
Courtesy METRONOM
10/02/2021