Slav and Tatars, Mother Tongues and Father Throats, 2012

MOTHER TONGUES AND FATHER THROATS | SLAVS AND TATARS

Un tappeto di enormi dimensioni, cinque metri per tre, compone l’opera installativa Mother Tongues and Father Throats realizzata da Slavs and Tatars. Il collettivo con sede a Berlino si definisce per una pratica di ricerca che indaga i territori di incontro delle diverse culture dell’Est attraverso una serie di progetti espositivi, libri e performance. Quest’opera del 2012 si iscrive proprio in questa ricerca di un territorio ibrido tra arte e discorso politico-antropologico: la grande bocca spalancata rappresentata nero su bianco sul tappeto riporta i riferimenti fisici e anatomici dei suoni gutturali che vengono emessi sia nell’alfabeto arabo che in quello ebraico. Dispiegandosi come un disegno anatomico e scientifico, il tappeto localizza la posizione specifica e il muscolo di riferimento per la produzione dei suoni quali [GH] e [KH] ed inoltre trasforma la bocca, la lingua e la gola come degli ipotetici luoghi di incontro e di scambio.

Mother Tongues and Father Throats è infatti un’opera pensata per essere installata nello spazio espositivo in modo che le persone possano sedersi al suo interno e quindi usare la delimitazione dello spazio offerta dal tappeto come area di incontro e di dialogo: la diversificazione tra cirillico ed ebraico non è un limite o una separazione, piuttosto un terreno comune dove condividere diverse esperienze e bagagli culturali. Facendo entrare le persone all’interno del tappeto, Slavs and Tatars propone un viaggio in territori culturali da esplorare in compagnia di altri partecipanti: la scultura si riscopre come arte partecipativa che vive dell’interazione con il pubblico.

Facendo del linguaggio e della sua struttura fonetica l’elemento centrale intorno cui far girare l’incontro tra persone e culture, il tappeto e la sua occupazione dello spazio espositivo all’interno di un luogo si definisce come un’atto architettonico e analitico: creando la dimensione di un salotto orientale ma anche riferendosi alla favola del tappeto volante, Mother Tongues and Father Throats propone la riscoperta dell’oralità nella sua bellezza strutturale e nella sua potenza narrativa. L’opera è immagine e luogo, fantasia e relazione. Il linguaggio è lo strumento per scoprire i legami tra la rappresentazione del mondo e la sua essenza.

Slavs and Tatars
Mother Tongues and Father Throats, 2012
Woolen yarn, ca 500 x 300 cm

 

Slavs and Tatars, Mother Tongues and Father Throats, 2012 Woolen yarn, ca 500 x 300 cm, installation view at Künstlerhaus, Stuttgart © Photo: Bernard Kahrmann

Slavs and Tatars, Mother Tongues and Father Throats, 2012
Woolen yarn, ca 500 x 300 cm, installation view at Künstlerhaus, Stuttgart
© Photo: Bernard Kahrmann

 

19/04/2023