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NEU RADIO

Generazione Critica: Com’è nata NEU radio e quali sono state le premesse con Humus Associazione Culturale? Cosa vuol dire dare vita ad una radio negli anni duemila? Come avete affrontato la scelta di essere una radio digitale?

Nel Radio: NEU RADIO nasce nel 2018 a Bologna, fondata da un gruppo di una decina di persone costituitosi come collettivo di autori e redattori radiofonici, provenienti da un comune percorso su una storica radio cittadina in FM. L’obiettivo era quello di perseguire la promozione della cultura radiofonica libera e indipendente, come espressione di quel senso di collettività che ha sempre caratterizzato il nostro percorso radiofonico.

Ecco perché NEU RADIO: una radio nuova, una radio in cui il “noi” fosse portante, un “noi” fatto da singoli riuniti dall’esigenza e dal desiderio di catalizzare forze ed energie creative. Un gioco di parole basato sull’ambiguità della pronuncia alla tedesca che richiama anche uno scenario krautrock: ci è piaciuto subito. Nel corso degli anni la radio si è evoluta, riuscendo nell’intento di raccogliere attorno a sé altre energie creative. Al gruppo originario si sono unite tante altre figure e personalità: dj, appassionati di musica, ma anche giornalisti e in generale persone con tanta voglia di condividere le proprie conoscenze in maniera libera e trasversale.
Attualmente abbiamo una cinquantina di trasmissioni in onda, e altrettante persone che collaborano su base settimanale e mensile, contribuendo a un ricco palinsesto: decine e decine di trasmissioni di musica dei generi più disparati, ma animano la nostra web radio anche rubriche di arte, fumetto, approfondimenti culturali tra società, cinema, storia e sport, rendendola davvero unica.

Con NEU RADIO abbiamo deciso di esplorare l’idea di una web radio indipendente e fruibile in qualunque momento. Essendo pochi, abbiamo iniziato con un audio magazine di limitati contenuti a cadenza mensile. Reduci da un palinsesto a flusso quotidiano, abbiamo presto sentito l’esigenza e la voglia di aumentare la quantità dei contenuti, e una campagna di crowdfunding ci ha permesso di acquistare la strumentazione necessaria per passare allo streaming e allestire uno studio negli spazi di Baumhaus al DLP, in Bolognina. Grazie a questo, abbiamo consolidato una serie di relazioni coltivate nel tempo con realtà a noi affini e che ci permettono di realizzare collaborazioni preziosissime, partendo da una comunanza di intenti e di valori.

GC: Dal 2018, anno di fondazione della radio, ad oggi il processo di digitalizzazione si è accelerato notevolmente. Come vivete queste innovazioni tecnologiche che ormai riguardano ogni aspetto della nostra quotidianità? Ci sono state delle realtà o delle circostanze che vi hanno aiutato o piuttosto ostacolato? Penso per esempio ai social, come hanno inciso sulla direzione di NEU radio? 

NR: È interessante notare come questo momento di crisi globale abbia avuto un effetto di accelerazione su tante realtà radiofoniche indipendenti. Anche NEU RADIO, nel suo piccolo, ha avuto una crescita. La redazione, che è abituata a lavorare in emergenza e in velocità, ha proseguito anche fuori dal nostro studio, da casa ma in costante networking anche con altre realtà radiofoniche, portando avanti molte collaborazioni che si sono intensificate. Per quanto riguarda la comunicazione, NEU RADIO da subito si è posta l’obiettivo di abbattere gli algoritmi, organizzando una comunicazione che fosse basata su un contatto umano che solo una radio libera e indipendente vuole mantenere con una comunità che si riconosce nei valori e nei riferimenti culturali.

Il mondo è cambiato, ed esistono web radio partite dal quartiere di una città e che sono arrivate a coprire il globo intero.Lo streaming web infatti apre le porte a un racconto internazionale, portando la NEU RADIO ovunque nel mondo, anche grazie a un gruppo di collaboratori che trasmettono da Londra, Parigi, Lisbona e New York e raggiungiamo ascoltatori e sparsi in vari paesi: Regno Unito, Portogallo, Francia, Russia, Belgio ma anche oltre oceano. Al momento, purtroppo o per fortuna, non essere presenti sulle piattaforme principali equivale a non esistere affatto. Questo chiaramente grava molto sulla nostra gestione quotidiana ed è fondamentale dare il giusto risalto ai contenuti che produciamo ogni giorno.
La difficoltà risiede infatti nel sapere intercettare il nostro pubblico in un mare vastissimo, e spesso considerando la varietà dei nostri contenuti è molto complesso comunicarlo nel modo migliore. Tuttavia siamo molto ben radicati nel territorio e allo stesso tempo il pubblico a cui ci rivolgiamo ha superato il confine cittadino, affezionandosi al nostro modo di raccontare, continuando a sostenerci in questi anni.

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GC: NEU Radio nasce con la volontà di essere in stretto dialogo con la città di Bologna e le sue iniziative. Come avete costruito questa relazione con la città e le diverse istituzioni o realtà culturali? E come è stato accolto il progetto all’interno della rete culturale di Bologna?

NR: NEU RADIO si concepisce come una community radio e come tale si rivolge a un pubblico con cui condivide valori, passioni e ricerca, prendendo le mosse da un desiderio di ricostruzione e riconnessione: ricostruzione di una comunità che negli anni si stava progressivamente perdendo, riconnessione di singoli progetti e di realtà autonome che si riconoscono in un comune sentire.

Oltre al normale palinsesto la radio organizza dirette speciali e trasmette da luoghi simbolici per il territorio, aprendosi a collaborazioni locali ed internazionali, documentando da vicino il fermento culturale e musicale. Abbiamo attualmente due studi fissi, il primo nello spazio di Baumhaus, nel parco del Dopo Lavoro Ferroviario. È il nostro primo studio, lo abbiamo allestito nel 2019 in seguito a un partecipato crowdfunding per acquistare le strumentazioni necessarie per la diretta streaming. Il secondo studio è attualmente al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, attivo da settembre 2020 e inaugurato con il progetto del Nuovo Forno del Pane.
 Fin dalla nostra fondazione, le collaborazioni con realtà affini hanno sempre rappresentato linfa vitale per NEU RADIO: abbiamo trasmesso in diversi spazi della città, a partire dal primissimo studio ospitato da ZOO, alle dirette dalla in Cineteca di Bologna o da Frida nel Parco, un chiosco che anima da un paio d’anni il parco Montagnola nella stagione estiva. 
Inoltre negli ultimi mesi, a causa del perdurare della pandemia abbiamo sperimentato alcune modalità di condivisione in diretta streaming in occasione di eventi di teatro e musica, come ad esempio per la serata di inaugurazione di Ateliersi, durante il festival PerAspera, o durante le ultime due edizioni del festival Gender Bender e della rassegna di musica elettronica OUTER Festival.

La partnership in essere tra NEU RADIO e il Museo d’Arte Moderna di Bologna si inserisce proprio in un’ottica che ci caratterizza fin dall’esordio: creare una forte rete di contatti con la realtà culturale e artistica della locale, per restituirne l’esperienza ad un pubblico globale. Grazie all’allestimento di uno studio radiofonico opportunamente attrezzato per la messa in onda sui nostri canali, abbiamo affrontato in diretta argomenti paralleli alla programmazione e al calendario del MAMbo oltre che del vivace distretto culturale della città di Bologna, che include Cineteca di Bologna, DamsLab, Parco del Cavaticcio, Cassero, oltre a diverse gallerie private e alcuni spazi no profit.

GC: Il palinsesto di NEU Radio è molto vario: come lo avete costruito e come si è evoluto negli anni? I programmi radio vedono spesso la partecipazione di molti ospiti che diventano poi dei contributor regolari. Quanto spazio lasciate all’improvvisazione o alla creazione spontanea di nuovi programmi radio?

NR: Siamo una radio indipendente, dinamica e nata davvero dal basso, in contatto stretto con la sua comunità per esplorare la realtà in cui è immersa, proponendo percorsi diversi, ragionati, scegliendo la complessità e non la semplificazione. Per quanto riguarda la nostra direzione artistica, andiamo avanti con la nostra ricerca senza rincorrere il mainstream o le nostalgie.
Questo è stato finora il nostro metodo di lavoro e di chi collabora con noi. Siamo molto radicati nella città, ma teniamo gli occhi bene aperti a ciò che accade intorno a noi, anche al di fuori dei confini cittadini.
Ci interessa tutto ciò che offre un nuovo punto di vista, sia in ambito musicale che in ambito artistico e culturale a tutto tondo, e che sappia trasmettere la profondità e la stratificazione della ricerca da cui scaturisce. Il palinsesto di quest’anno è stato organizzato per fasce orarie, valorizzando l’omogeneità di tipologie di trasmissioni: approfondimento musicale e culturale, ma anche tanti mixati e interviste. Il tutto immerso in una selezione musicale che rappresenta la varietà e la ricerca dell’unione dei nostri redattori musicali.
 Molti dei nostri redattori musicali hanno infatti un loro progetto musicale alla spalle o partecipano attivamente alla scena musicale come organizzatori di eventi e dj.

Oltre ai redattori delle singole trasmissioni, abbiamo un nucleo operativo di coordinamento che sceglie le trasmissioni che ci vengono proposte man mano, organizza il palinsesto, cura il sito, le pubblicazioni social, coordina tutte le persone che collaborano, comunicando al meglio ciò che accade in radio ogni giorno. Inoltre attiviamo sempre nuove collaborazioni, formule e proposte per rimanere sempre in movimento.

GC: Nella vostra programmazione e attività c’è molta sperimentazione e un esempio è stata l’esperienza di “Breaking Bread”, in cui avete attivato la radio all’interno del Mambo durante la residenza artistica presso il Nuovo forno del pane. Il vostro è stato il primo caso internazionale in cui una radio trasmettesse da un museo, com’è nata la collaborazione? Da dove deriva il nome che avete dato a questo programma?

NR: La collaborazione con il Museo di Arte Moderna di Bologna MAMbo nasce nel solco della sperimentazione di nuovi metodi di comunicazione messi in campo durante la pandemia. La trasmissione “Breaking Bread”, condotta nello studio di NEU Radio durante la residenza artistica del Nuovo Forno Del Pane, si è conclusa nel febbraio 2021 e rappresenta l’approdo di una conoscenza reciproca e riflessioni comuni nate proprio perché il Direttore Lorenzo Balbi desiderava da tempo avere una radio negli spazi del museo. Questa visione innovativa di spazio museale prevedeva l’inserimento di uno strumento che facilitasse la conoscenza costante di ciò che accade nel museo.

Ovviamente noi crediamo molto nelle capacità espressive della radio, che ha la capacità speciale di rendere presente l’assente, di farlo diventare fisico e intimo.
Anche Lorenzo Balbi ha colto questa potenzialità e con Breaking Bread abbiamo raccontato il museo in un momento storico in cui non era possibile visitarlo, intervistando gli artisti residenti, e offrendo approfondimenti trasversali sul mondo dell’arte.
La nostra idea infatti era proprio quella di contaminare con la radio ciò accade nel museo, e nonostante la chiusura, abbiamo creato contenuti molto vivaci e stimolanti come ad esempio i Radio Showcase, una serie di concerti in diretta streaming proprio negli spazi del MAMbo.
Il nome Breaking Bread deriva dal contesto in cui eravamo immersi, ovvero il Nuovo Forno del Pane. Così è stata chiamata la residenza artistica che ha coinvolto 13 artisti nella Sala delle Ciminiere del MAMbo.  Oltre al rimando alla famosa serie televisiva, l’idea era proprio di condividere questo “pane” metaforico, l’arte e la cultura di cui ci cibiamo ogni giorno, con il nostro pubblico. È stata la nostra prima trasmissione fissa all’interno del museo e l’esperienza di fatto non si è conclusa, poiché abbiamo proseguito la collaborazione grazie a una nuova postazione radiofonica all’interno del Museo, da cui trasmettiamo varie rubriche e trasmissioni.
Una di queste è Starter – Fermenti Culturali, che costituisce il prosieguo di quanto coltivato con Breaking Bread. Si tratta di una trasmissione che è giunta alla 36° puntata, grazie al sostegno della Fondazione del Monte, ed è un progetto da cui stiamo ricevendo moltissime soddisfazioni sia in termini di ascolti che di feedback dagli addetti ai lavori.

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GC: “Breaking Bread” è uno dei tanti programmi che avete dedicato e che dedicate all’arte: come viene inserito il discorso sull’arte e l’organizzazione di palinsesti che trattino tematiche artistiche o di eventi culturali? Come bilanciate tra informazione e musica sia nel senso di tempi di trasmissione dedicati che di costruzione del palinsesto. Ci sono influenze reciproche o il linguaggio musicale è quello che traina comunque la programmazione?

NR: Per noi la musica è cultura, un’arte a tutti gli effetti e la nostra comunità di riferimento rappresenta l’espressione di questa visione nella sua totalità.

Sin dalla nostra prima trasmissione, quando ancora non avevamo uno streaming, abbiamo coltivato una ricca sezione culturale che accompagnasse in parallelo la sezione prettamente musicali e non troviamo dissonanze nell’accostamento di queste due aree. Ad esempio, una rubrica fissa di Starter – Fermenti Culturali è proprio “Cover Theory”, a cura del nostro collaboratore Claudio Musso, critico d’arte, curatore e docente all’Accademia di Belle Arti di Bergamo. Con “Cover Theory” si approfondisce la storia dietro alla copertina del disco della settimana, selezionato dai conduttori. In questo modo l’analisi iconografica e musicale si uniscono, aprendo percorsi interessanti sia per un pubblico di appassionati musicali che per chi si occupa di arte contemporanea.
GC: Dopo questa esperienza in qualche modo anche pioneristica di collaborazione con un ente museale, vi piacerebbe o state pianificando di allargare la vostra area geografica di interesse e di ampliare l’offerta di programmi, magari anche per altri soggetti o enti culturali?


NR: Siamo sempre molto attivi e abbiamo in cantiere diversi progetti che coinvolgono il mondo della cultura nella nostra città e non solo. Sicuramente vogliamo continuare a raccontare cosa si muove, liberi di dare a chi coinvolgiamo lo spazio e il tempo necessario per approfondire, perché crediamo che ci sia ancora tanto da dire e tanto interesse nell’ambito artistico e che si possa e si debba sperimentare nei modi di raccontare ciò che accade in questo ambito.
Abbiamo in cantiere dei progetti che ci vedono partner di soggetti che approfondiscono queste tematiche in maniera trasversale e che hanno visto in noi un interlocutore ricco di suggestioni per proporre nuovi modi di comunicare. Dopo 4 anni di attività siamo lieti di vedere che c’è interesse verso la nostra realtà e si riconosca il valore di un lavoro portato avanti con costanza e ostinazione. Senza svelare troppo, vi consigliamo di continuare a seguire le nostre attività e speriamo di non deludere le aspettative!

 

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01/04/2022