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UNCANNY VALLEY | STACIE ANT

Uncanny Valley (2020) di Stacie Ant è il quinto intervento video nella programmazione di FILTRO, terza edizione di DIGITAL VIDEO WALL, progetto a cadenza annuale strutturato a capitoli tematici, volto a promuovere la diffusione e la sperimentazione dell’arte digitale.

Creando un montaggio cinematografico e una narrazione i cui protagonisti sono tre personaggi e i rispettivi avatar, Ant commenta lo sviluppo dei progetti intorno al metaverso e la realtà aumentata. Le conseguenze di tali sviluppi si legano alle tendenze della cosiddetta toxic positivity, ovvero la positività tossica, che influiscono sulla rappresentazione del sé nella sfera online. I tre personaggi, che vivono una quotidianità degradata e grottesca, trovano quindi nella loro controparte digitale un’estremizzazione dei parametri di bellezza e di comportamento.

La pratica di Stacie Ant sono spesso caratterizzate da un dark humor con il quale l’artista critica il male-gaze e il sistema patriarcale contemporaneo nei confronti del corpo femminile con l’obiettivo di emancipare l’identità e la sessualità femminile, ma lasciando sempre spazio all’ironia: utilizzando software 3D e animazioni, l’artista crea dei personaggi, spesso femminili, caratterizzati da una forte estetica dai tratti futuristici semi alieni, favorendo uno stile vaporwave. Fondamentale, infatti, nella produzione dei lavori di Ant la sua vicinanza con la club culture berlinese che influenza fortemente la caratterizzazione dei suoi personaggi. La club culture è presente nelle opere dell’artista anche nelle scelte scenografiche e nella ricreazione degli ambienti, con particolare attenzione alla musica che, insieme ad altre influenze, vanno a delineare l’estetica e la progettualità dell’artista. “Il mio lavoro è fortemente sex-positive, queer, fetish e scherzoso. Mi ispiro anche al cinema d’autore e alla moda alternativa, così come alla vita quotidiana – il modo in cui vedo il mondo o il modo in cui voglio vedere il mondo.”

Uncanny Valley stesso nasce come commissione per un video musicale del musicista Mr Eff e il progetto si è poi sviluppato nel tentativo di rappresentare una condizione socio-digitale non così assurda e distante come sembra essere. I protagonisti, tristi nella loro monotonia e squallore, si collegano ad un esoscheletro dotato di visore VR e si loggano all’interno di un mondo virtuale dove possono essere chiunque e assumere le sembianze che desiderano. Nell’esagerazione di una perfezione plastica, i personaggi possono vivere la vita dei loro sogni ed interpretare la versione migliore di loro stessi, almeno fino a quando non si scollegano dal set VR. In questa visione distopica Ant ci mostra quello che potrebbe essere il nostro futuro nel Metaverso: tra l’angoscia e la delusione di non aderire con la propria immagine reale ai canoni estetici imposti dalla società e la tensione verso una versione del sé chirurgicamente perfetta, Uncanny Valley mostra gli aspetti più controversi e perturbanti della socialità, a cavallo tra la dimensione reale e quella digitale.

 

© Stacie Ant, Uncanny Valley, 2020, courtesy the artist

17/04/2022