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UNDERW[H]E(A)RE | LUCA MIRANDA

Underw[h]e(a)re” (2020) di Luca Miranda è il terzo intervento video per FILTRO, terza edizione di DIGITAL VIDEO WALL a cura di Gemma Fantacci. La programmazione propone una ricognizione in campo artistico degli esiti di ricerca di cinque artisti internazionali sugli strumenti offerti dal digitale. Il FILTRO è inteso nella sua doppia accezione di dispositivo che permette di attuare delle modifiche, reali o virtuali, e di lente attraverso cui facciamo esperienza di una visione alterata della realtà. 

Underw[h]e(a)re (digital video, 2020) è un progetto realizzato all’interno del videogioco Assassin’s Creed: Unity (2014), open world ambientato durante la Rivoluzione Francese. L’avatar di Luca Miranda si intrufola sotto le vesti di circa 100 damigelle, esposte virtualmente e retoricamente, scoprendo il medesimo gusto nel vestire. In un contesto di differenze culturali, sociali ed economiche, il fascino ammaliante del capitalismo monopolistico è ancora vivo.

L’artista documenta il suo muoversi nella dimensione virtuale attraverso la fotografia e il video: i diversi capi di biancheria dei personaggi femminili del video gioco, che sembrano quasi far parte di una pubblicità di intimo, rappresentano una società virtualmente reale e riescono ad evidenziare un potenziale antropologico della realtà quotidiana. Infatti i NPC hanno la qualità di essere dei soggetti di dinamiche capitalistiche che subiscono le scelte dei game designer e quindi, di conseguenza, delle dinamiche vigenti anche all’interno della società. I vari termini e temi che “Underw[h]e(a)re prende in analisi, rientrano in modo scomposto e assemblato all’interno del titolo che vuole appunto mescolare e sovrapporre diversi riferimenti ad oggetti, luoghi e tempo scombinando il piano del reale e del virtuale.

La ricerca di Miranda si focalizza sul rapporto tra realtà e simulazione e consequenzialmente sulla retorica storia e politica: l’area di interesse in cui applicare questa ricerca è quella del videogioco inteso come strumento di critica per evidenziare le contraddizioni interne e i paradossi della cultura mediale contemporanea. “Underw[h]e(a)re si inserisce nella pratica dell’artista che lavorando con i machinima o l’in-game photography si spinge verso una sperimentazione del tradizionale linguaggio filmico. Le meccaniche di gioco, l’immersione in una realtà virtuale e l’identificazione con gli agenti di questa nuova dimensione sono le aree e i concetti esplorati da Miranda che portano ad un assottigliamento della distanza tra le due realtà, evidenziando la sempre più compenetrante somiglianza tra le due.

 

© Luca Miranda, Underw[h]e(a)re, Still, 2020

16/02/2022