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Vello d’oro | Alice Palamenghi

Nel 1998 la rivoluzione digitale era giunta a compimento e ne era stata decretata la fine. Ventitré anni dopo, il territorio de Lo Internet veniva traversato nella sua interezza. Raggiungere la fine di Internet significa che non vi è più nulla da vedere, e non vi è più alcun collegamento da visitare. Una volta percorso ciascuno dei gangli della rete ci si trova all’esterno di questo sciame connettivo, senza potervi rientrare. Così, chi poco prima era l’essere nel mondo, poi è un viandante. E la sua, un’esclusone dalla storia, più che la fine della storia. Il riparo per l’abdicante nel suo vagolare è il Vello d’Oro, capace di curare ogni ferita.

Alice Palamenghi

23 marzo 2020

Londra. Primo giorno di Lockdown.

 

Questo è il testo introduttivo a Vello d’oro che segna l’inizio, o la fine, di una vera e propria epopea de Lo Internet. E’ stato composto a Londra, città in cui vivi, il primo giorno del Lockdown di primavera.

Vello d’oro (2020) è una narrazione fantastica del paesaggio de Lo Internet. Palamenghi ricostruisce una mitologia della Rete e dei suoi simboli raccontandoci il viaggio della rivoluzione digitale e ripercorrendone i motivi iconici, i riferimenti. La ‘fine di Internet’ è narrata dall’artista con i toni dell’epica come un’esclusione dal mondo, un’esclusione dalla storia che avviene però all’interno della sua narrazione. L’epica greca antica è il perno su cui l’artista sviluppa la sua ricerca, a cui l’artista conferisce un esito formale sempre digitale.

Cornice perfetta al suo lavoro è l’estetica vaporwave con cui sono costruite le scene che si susseguono nel video a ritmi sempre più incalzanti.

Il Vello d’oro e le sue mitiche proprietà guaritrici è un’immagine e al tempo stesso uno strumento magico che si è rivelato utile in quest’era segnata dall’epidemia di covid-19 e che allo stesso tempo si presta per far fronte a un’altra emergenza del nostro tempo, quella dei naufragi di profughi sulle coste del mediterraneo. Il vello offre riparo, protezione, cura. È una sorta di coperta di salvataggio adoperata per prestare soccorso ai naufraghi, ai sopravvissuti.

In Vello d’oro Palamenghi esplora elementi apparentanti al patrimonio narrativo della mitologia occidentale che dopo un lungo processo di traduzione e tradizione si sono cristallizzate nella forma che oggi è parte del nostro patrimonio culturale. Allo stesso tempo applica queste stesse categorie narrative alla storia di Lo Internet e con questo, le tecnologie che ne hanno permesso la diffusione. Interessante per Palamenghi è il tema dell’errore che nella traduzione del linguaggio – sia verbale che artistico – da origine allo scarto che modifica i tratti dell’opera, rinnovandola completamente: il tratto glitch che definisce la sua estetica, permette di formalizzare questa attenzione all’errore e dare vita a nuovi canoni compositivi ed espressivi.

 

Vello d’oro (2020)
Alice Palamenghi 
Video 1080 x 1920 H.264
Loop
©l’artista